Recensione “IL MIO VENTO DI PRIMAVERA” di Emily Pigozzi

 

 

 

 

 

 

Giorgio considera il suo lavoro di cardiochirurgo non solo la sua missione, ma anche, e soprattutto, la sua salvezza. Quando però viene chiamato in un prestigioso ospedale inglese, è costretto a lasciare controvoglia la sua amata Roma e a trasferirsi a Londra. Alisea, italo inglese, si nasconde nel Moon Bookshop, la libreria che gestisce con la stravagante Miss Imogen nel cuore del quartiere di Paddington. Giorgio e Alisea hanno alle spalle un passato difficile e traumatico con cui fare i conti, ma se lui prova a reagire mordendo la vita e vivendola intensamente, lei ha paura di amare e di lasciarsi andare a emozioni autentiche. Sullo sfondo di una Londra che dal gelo dell’inverno si scioglie nei colori della primavera, due anime speciali si incontrano in una storia fatta di libri, canzoni e di un amore che farà battere il cuore.

Classico romanzo rosa quello di Emily Pigozzi, dove l’amore e il romanticismo la fanno da padrone.

Due personaggi molto diversi fra loro, Giorgio è un giovane cardiochirurgo romano in piena carriera chiamato da un prestigioso ospedale inglese proprio grazie alle sue capacità, figlio di un noto chirurgo plastico della Roma bene, fidanzato con una splendida avvocatessa rampante, bello e… triste. Triste perché in realtà il suo mondo è vuoto, i genitori sono praticamente separati in casa, la fidanzata lo tradisce e l’unica cosa che gli dà soddisfazione è il suo lavoro di chirurgo che per Giorgio è anche una missione, e nel corso della narrazione il lettore avrà modo di capirne le solide motivazioni.

Alisea invece è una ragazza di poche pretese, lavora in una libreria, è single per scelta, e non ha ambizioni di carriera, anzi preferisce vivere nel più totale anonimato, nella bolla romantica e sicura di libri e musica che si è creata per non soffrire più nella vita. Ma il suo equilibrio precario viene scosso dall’incontro con Giorgio.

Ammetto che ho sempre amato le storie in cui i personaggi sono quasi normali, semplici e umani, storie vere insomma, e l’autrice ha avuto la capacità di dipingere i due protagonisti e la storia stessa come fossero reali, come fossero i tuoi vicini di casa, e quindi è facile ritrovarsi nelle pagine del racconto, sorprendersi delle piccole cose come fanno loro, innamorarsi della dolcezza e del buon cuore di Giorgio e affezionarsi alle piccole manie e imperfezioni di Alisea e anche piangere con lei alla prima delusione e commuoversi alle confessioni della sua triste e violenta infanzia.

Non mancano neppure i colpi di scena, piccati o drammatici, che mantengono vivo l’interesse fino all’epilogo, correndo su una narrazione delicata, scorrevole e a tratti anche divertente.

Nota di valore, secondo me, sono anche i personaggi di contorno molto ben caratterizzati ed originali che donano quel tocco in più al racconto permettendo al lettore di entrare nelle vite dei protagonisti a 360°, non solo quindi di vivere la loro storia d’amore estraniata dal contesto sociale, ma di assaporare la vita vera, il lavoro, le passioni di Giorgio e Alisea nel loro quotidiano che è fatto anche d’altro e non solo di sospiri e passione.

 

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