Recensione “Il mercante di morte” di Lisa Henry e J.A. Rock

 

 

 

 

 

 

Tutto è lecito in amore e in guerra.
C’è del marcio nell’Indiana. Quando il truffatore Henry Page decide di investigare personalmente sulla morte di un anziano paziente in una casa di cura, lo fa in perfetto stile shakespeariano: travestito da donna.
L’agente dell’FBI Ryan “Mac” McGuinness ha ben più di cui preoccuparsi che non l’ultima folle idea di Henry: qualcuno sta cercando di mandargli un messaggio, sotto forma di cadavere con due pallottole in corpo. Mac deve riuscire a capire chi lo vuole incastrare prima che venga sbattuto in galera e, di certo, non ha tempo per le bravate di Henry. Inoltre, forse riuscirebbe a concentrarsi meglio se Henry non fosse così dannatamente deconcentrante con vestitino corto e parrucca.
Ma quando Mac scopre che Henry gli ha tenuto nascosto un segreto che lega i due casi, deve trovare il modo di restare dalla parte della legge mentre potrebbe essersi innamorato dell’uomo sbagliato.

Recensione

Prima parte di una storia che promette tensione e colpi di scena, come un buon giallo, ma che regala al lettore anche un discreto romance.

I protagonisti si muovono in due mondi diversi e all’opposto uno dell’altro, ma si incontrano quasi per caso e nel pericolo.

Henry truffatore che vive di espedienti, nasconde motivazioni assai diverse da quelle che comunemente ci si aspetterebbe da gente sua pari. Scaltro nel muoversi nel “torbido” incappa per caso in Mac che lo costringe, suo malgrado, a modificare il suo modo di pensare. Durante la narrazione però,  incappa anche in un mistero che mette in serio pericolo lui e una persona a lui molto cara.

Mac, integerrimo agente dell’FBI, vede il suo mondo certo e perfetto sbriciolarsi davanti ai suoi occhi e contemporaneamente sente Henry entrargli sotto pelle.

Cosa distingue realmente una brava persona da un delinquente? Le migliori motivazioni possono fare di un delinquente una brava persona?

Non è semplice uscire dai propri canoni di giudizio, siamo abituati ad etichettare tutto e spesso, una volta messa l’etichetta, non siamo in grado di trovare in noi l’umiltà di rivederla o addirittura di cambiarla….

Una brava persona, integerrima, può nascondere in se un mostro? E quando il nostro nome viene trascinato nel fango, come accade a Mac, cosa siamo disposti a fare? Abbiamo l’energia di reagire?

Le autrici spingono il lettore a riflettere su questi interrogativi, intrecciano trama e eventi, pensieri e sentimenti che lo coinvolgono. L’indagine si fa complessa e pericolosa e quando il lettore è convito di essere ad un passo dalla soluzione, spunta il particolare che rimescola le carte.

Ottima l’idea finale di lasciare il lettore col fiato sospeso.

Sensualità: 

Recensione: 

Editing: 

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