Recensione “I cowboy non lo dicono” di Tara Laine

 

 

 

 

Rand Mcintyre ha deciso di accontentarsi nella vita. Ama il suo piccolo ranch in California e allevare cavalli, e adora insegnare a cavalcare ai bambini, ma per averne di suoi e aver accanto qualcuno da amare dovrebbe ammettere di essere gay, mettendo a repentaglio tutto quello che ha costruito. Poi un giorno, nonostante la fobia degli aerei, va in vacanza con i genitori a Hana, nelle Hawaii, e conosce l’affascinante e misterioso Kai Kealoha, un autentico cowboy hawaiano. Rand si affeziona al fratellino e alla sorellina di Kai tanto quanto s’infatua di lui, ma Kai sembra avere più aculei di un porcospino e più segreti dell’esotica terra da cui proviene.

 

Kai ha sempre mantenuto la sua riservatezza e vive per proteggere i suoi bambini. Per il bene di tutti dovrebbe starsene alla larga da quel bellissimo cowboy, ma visto che si tratta solo di un haole che sta facendo una breve vacanza, che potrebbe mai succedere? Quando le più terribili paure di Kai e gli incubi peggiori di Rand si avverano nello stesso momento, non c’è molta speranza per due cowboy che non possono, o non vogliono, dire di essere gay.

 

Bello, bello, bello!!!Si capisce che mi è piaciuto? Sì? Bene!

Un libro che ti tiene incollato fino alle ultime pagine, perché immagini già come possa andare a finire. Kai vive a Huna Hawaii e ha un fratello e una sorella… Rand, che ha un’attività in California, e non ha detto a nessuno di essere gay, è in quel luogo perché i genitori assieme a lui passano lì il Natale.

 

Rand rimane subito affascinato dal cowboy hawaiano.

 

Il bellissimo ragazzo chiamato Kai, lo stesso che aveva ispirato tre frenetiche masturbazioni la sera prima, uscì dall’acqua così lentamente che parve in slow motion… Dio del cielo! L’acqua fredda non restringeva di solito? Se il suo uccello si era ritirato significava che in erezione avrebbe potuto prestarlo a King Kong!!

 

Anche Kai rimane affascinato dal gigante biondo, ma sa da subito che è una storia che dura il tempo della vacanza, una settimana soltanto…

 

I luoghi sono descritti molto bene, sembra quasi di essere lì.

Ci sono stati momenti che mi hanno tenuto con il fiato sospeso, ecco, mi sono detta, qui succede l’irreparabile, e invece no, è un libro pieno di sentimenti, troviamo l’amore fraterno, molto presente, l’amore tra due uomini che non possono rivelarlo al mondo per paura.

Troviamo anche tanto sacrificio, dolore, lacrime, e finalmente la gioia.

 

Nel leggerlo ci sono stati momenti in cui mi sono dovuta fermare per asciugarmi le lacrime.

In alcuni casi avrei preso volentieri a schiaffi Kai per il suo comportamento, ma alla fine capisci il perché di certi suoi comportamenti, in primis la giovane età.

Certo anche Rand si meritava uno schiaffo, della serie “dai, su, svegliati, parla con i tuoi di che cosa vuoi veramente e soprattutto di chi vuoi nella tua vita”… Poi ti racconta in un flash cosa gli è successo in un campo giovanile, a quindici anni, e comprendi anche i suoi timori, il terrore dell’altezza e di volare ma soprattutto la paura di confessare “sono gay” ai suoi genitori o ai suoi dipendenti.

Che dire, è un libro veramente bello e ve lo straconsiglio.

 

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