Recensione “Arrivederci all’ inferno” di Luciano Dal Pont

 

 

 

 

 

 

Volete dormire tranquilli questa notte? Bene, allora non leggete questo terrificante romanzo! Arrivederci all’Inferno, più che un saluto, è un invito a venire a scoprire il lato più oscuro, mostruoso, crudele della mente umana. Tutti noi viviamo nel perenne equilibrio tra il bene e il male. Fin da piccoli veniamo educati a percorre solo il bene. Cosa accade a chi invece si immerge totalmente nelle limacciose, profonde acque della cattiveria? Uccide, violenta, squarta, tortura. Peggio. Lo fa su dei ragazzi. Ecco perché questo strepitoso romanzo horror non è per tutti i lettori. Solo per chi, forte, equilibrato, desidera per alcune ore lasciare la rassicurante strada della bontà per immergersi nel male più assoluto, per vedere cosa c’è dall’altra parte, per comprendere come bisogna davvero starne lontano. Gli effetti sono devastanti e come il bene ha il suo costo – quanti vaffanculo ingoiamo?- anche il male prima o poi presenta il conto. Salatissimo. Luciano Dal Pont ci introduce gradualmente alla narrazione, all’inizio sembra un giallo, con dei manoscritti che passano di mano e che lentamente si dipanano fino a mostrarci quanto è orrendo, o affascinante, l’Inferno. Preparatevi a soffrire, dopo starete meglio. Se non sarete impazziti. RIGOROSAMENTE ADATTO A UN PUBBLICO ADULTO E CONSAPEVOLE DI LEGGERE UN ROMANZO DI RARA CRUDEZZA, BANDITO DALLE LIBRERIE ONLINE PER LE SCENE DI VIOLENZA SU MINORI.

Premetto che conosco la casa editrice Eroscultura personalmente e ci tengo prima di rilasciare la mia recensione a mettere in chiaro che Eroscultura non è assolutamente a favore di nessun tipo di violenza ma che ha deciso di pubblicare questo romanzo perché rispecchia un atroce realtà di cui tutti siamo al corrente ma di cui nessuno ha mai letto descrizioni dettagliate. Tutti sanno senza in realtà sapere e un conto è immaginarle, certe atrocità, un altro è leggerle, vederle con gli occhi di chi abilmente le sa descrivere.

Ho anche avuto modo di interagire con l’autore il quale è una persona di una notevole cultura e conoscenza della vita ed è un abile maestro nell’uso delle parole e delle emozioni.

Avevo letto la sinossi di questo romanzo ed incuriosita avevo chiesto all editore stesso se mi delucidasse un poco sui contenuti e lui lo ha fatto, dicendomi che aveva contenuti molto forti, una confessione dettagliata di un serial killer pedofilo.

Ecco… lì sono rimasta gelata, volevo leggerlo ma avevo paura di farlo, lo confesso: sono rimasta giorni nel dubbio, nel tormento di sapere se sarei stata capace di leggere un libro cosi forte o se invece fosse stato meglio sorvolare, fingere che non fosse mai stato scritto. Cosa avrei pensato di me se lo avessi letto? Cosa mi stava spingendo al desiderio di farlo?

Sono rimasta giorni davanti alla cover di questo romanzo indecisa se leggerlo o meno. Alla fine mi sono fatta coraggio (e vi assicuro che ce ne vuole davvero tanto) e ho deciso di iniziare a leggere.

Da quel giorno io non ho più dormito, ho perso l’appetito e la fiducia nel mondo in cui vivo.

L’ autore è eccezionale nel far rivivere in quella confessione tutta la vita dell’assassino, del criminale portandoci a ritroso nel tempo, quando lui stesso era bambino ed aveva subito dal padre adottivo violenze psicologiche e fisiche. All’inizio la sofferenza ed il dolore per quella creatura innocente ti porta ad avere un certo legame con l’assassino, un legame dal quale più avanti vorrai essere sciolto, non vorrai essere identificato con un mostro di quella portata. Ha sofferto ed è diventato lui stesso la sofferenza.

Leggere questo romanzo è vivere un incubo sulla propria pelle, a tratti l’identificazione con le vittime è talmente forte da percepirne il dolore, la sofferenza, l’odore putrido del male, in altre sei quasi dispiaciuto per l’immane sofferenza interiore dell’assassino che è consapevole del male che perpetra ma di cui non può fare assolutamente a meno.

Non intendo spoilerare questa storia che fa parte di una narrativa erotica diversa da quella cui siamo abituati a leggere. Questo romanzo non ha lo scopo di eccitare le menti bensì di mostrare al mondo quanto malvagia possa essere la ricerca del piacere, quanto ciò che siamo e il modo in cui ci poniamo verso gli altri -figli, amici, parenti, conoscenti e perfino estranei- influisce sulla psiche di chiunque ci sia accanto anche solo per un momento.

L’assassino non è un pazzo con disturbi mentali, è una persona intelligente di una lucidità mostruosa che conosce benissimo la differenza tra il bene e il male e ha scelto di abbracciare il male per il suo esclusivo appagamento fisico e mentale.

La scrittura è di ottima qualità, la narrativa è coinvolgente, stravolgente, così ben fatta che ti fa percorrere un viaggio interiore nella mente dell’assassino così come delle sue povere vittime.

Spesso ho dovuto interrompere la lettura, cercare di riprendermi da quanto mi aveva cosi fortemente scossa e turbata. Ho avuto incubi la notte eppure volevo leggere la fine, volevo la mia personale vendetta, volevo vederlo soffrire di atroci tormenti, volevo che fosse scoperto, arrestato e che quei bambini si fossero potuti salvare.

Ma la pietà non esiste nel cuore di chi gode del male ed io alla fine ho desiderato che quel male diventasse realtà, che quel mostro pagasse con immani sofferenze tutto il male che aveva fatto e che avrebbe continuato a fare se non lo avessero fermato.

Chi sceglie di leggere questo romanzo può decidere di non portarlo a termine poiché più si va avanti più forti e intense sono le scene descritte.

Sono cambiata dopo aver letto questa storia, sento dentro di me una profonda tristezza e sofferenza, ho paura per i miei figli, ho perso la fiducia nel prossimo e temo che l’innocenza sia qualcosa di fortemente appetibile per i demoni che ci camminano accanto per strada e a volte perfino dentro le nostre stesse case.

Io ora confesso che ho paura.

Considero questo romanzo un horror terrificante, raccapricciante ma divinamente scritto.

L’inferno esiste e lo troverete tra queste pagine.

Arrivederci

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