Intervista Sale e Pepe: Valerio la Martire (autore)

intervista

 

–      A CHE ETA’ TI SEI APPASSIONATO ALLA LETTURA?

Ah questa è una domanda divertente che mi permette di raccontare una storia. Era il lontano 1986… sono serio! Era il 1986, avevo cinque anni, erano i primi mesi della prima elementare e durante una lezione di ginnastica mi slogai il gomito destro. Non potei seguire le lezioni di scrittura per quasi quattro mesi e ripiegai sulla lettura. Ho iniziato quei giorni sfogliando con la mano sinistra e la passione non se n’è mai andata. Ricordo che da quell’evento nacque la tradizione di leggere nella prima settimana di scuola tutta l’antologia di lettura dell’anno.

–      QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Quando ho tolto il gesso e ho potuto prendere in mano la penna per la prima volta verso i sei anni! 😀 a parte le sciocchezze, la prima volta che mi è venuto in mente di scrivere avevo dieci anni. Mia madre, giornalista, lavorava da casa ai suoi articoli su una grossa olivetti e quando non era nei paraggi la imitavo scrivendo pezzi giornalistici inventati, ma senza mettere un foglio così da non lasciare tracce. A dodici anni ho preso in mano il coraggio e mi sono deciso a mettere un foglio bianco nel rullo, di abbandonare i finti articoli e di scrivere il primo racconto.

–      COME E’ NATA LA DECISIONE DI INIZIARE A SCRIVERE?

Così, per imitazione, per gioco, per la passione dei libri che mi accompagna da quando ho memoria. Leggevo tanto e avevo in testa idee di storie e di avventure che volevano uscire. La curiosità era vedere se anche io potevo creare uno di quegli oggetti meravigliosi che si chiamano libri.

–      COME NASCONO LE STORIE DI CUI PARLI? A COSA TI ISPIRI?

È molto difficile dire a cosa mi ispiri. Perché mi ispiro a tantissime cose, una passeggiata al mare, un brano musicale, un concerto, un videoclip, una chiacchiera con un amico, un concerto. Forse una delle scintille che accende l’ispirazione più frequentemente è la musica, elemento che poi ritorna in tanti dei miei libri. Ah! I viaggi sono un momento che mi ispira moltissimo, vedere cose nuove, incontrare nuove persone mi accende la fantasia.

–      MOLTI AUTORI SOSTENGONO CHE MENTRE IL RACCONTO PRENDE FORMA SONO I PERSONAGGI STESSI CHE TI PARLANO E TI INDICANO LA STRADA DA SEGUIRE… SENTI ANCHE TU LE VOCI NELLA TESTA?

I personaggi più che parlare con me parlano tra di loro. Mi sveglio con le loro discussioni a tutto volume nella testa, me li sciroppo mio malgrado mentre sto ascoltando la musica, oppure mi interrompono la visione di un film perché devono per forza continuare quella discussione che avevano interrotto prima di entrare al cinema. Insomma non sono molto educati e rispettosi. Tra l’altro non mi coinvolgono mai nelle loro discussioni, fanno per conto loro. A me lasciano solo il compito di prendere appunti e di registrare quello che dicono come fossi uno zelante segretario. Dovrei studiare stenografia…

–      COME HAI CAPITO CHE IL TUO GENERE LETTERARIO ERA QUESTO?

Quale? Tu sai quale è il mio genere letterario?! Dimmelo perché io non lo so! Al momento sono uscito con questi libri: I ragazzi geisha (che parla in maniera cruda e molto realistica di prostituzione); Nopperaboo! (una favola illustrata per piccoli lettori); Stranizza (un romanzo tratto da una storia vera); la saga dei Nephilim (urban fantasy); La contessa d’Alba (un racconto fantasy illustrato). E ho in uscita un altro urban fantasy, un’altra favola illustrata e un’altra storia vera… Tirando le somme direi che il mio genere letterario è il romanzo realistico con venature fortemente fantasy e accenni fiabeschi. Narrativa realistica fairy fantasy!

–      QUANDO LEGGI UN LIBRO, NEL DARE IL TUO GIUDIZIO TI PONI COME SEMPLICE LETTORE O COME SCRITTORE?

Molto difficile distinguere i due elementi. Nasco come lettore e se un libro riesce a catturarmi perdo ogni connotazione professionale di scrittore. Mi lascio prendere dalla storia, dai personggi, dall’intreccio e quando ne esco ci metto un po’ a ricordare che scrivo anche io. Però… però se il libro è scritto male, ha degli errori banali o ci sono elementi che spezzano la magia allora lo scrittore ruggisce e si mette con la lente d’ingrandimento a cercare il pelo nell’uovo. Nella maggior parte dei casi questo tipo di libri li lascio a metà e cerco di leggere altro. Non ho voglia di lavorare anche quando leggo!

–      COSA PENSI A RIGUARDO DELL’ANNOSO DILEMMA C.E. VS SELF?

Penso che sia una questione di obiettivo e di aspettative. Quando parlo con altri autori la prima domanda che faccio è: cosa vuoi fare da grande? Lo scrittore professionista? Lo scrittore part time? Vuoi raccontare questa storia e poi si vedrà? Molto dipende da cosa si vuole fare. L’affrontare una casa editrice vuol dire ricevere critiche, commenti, rifiuti e consigli che solo una casa editrice può fornire insieme alla possibilità di raggiungere lettori che non potresti toccare altrimenti. Andare in self vuol dire essere liberi di avere la prima e l’ultima parola su tutto ciò che riguarda il proprio libro, di costruirsi da soli il proprio pubblico, ma di poter raggiungere solo ciò che si può toccare con la propria mano.

Se un autore pubblica in self, ha il proprio pubblico e le proprie soddisfazioni e non ha interesse a spostarsi su un nuovo pubblico (da libreria per esempio), direi di continuare a lavorare come fa, magari di avvalersi di professionisti free lance (editor, grafici, impaginitori, esperti di marketing) e andare avanti per la propria strada, cercando di migliorarsi di libro in libro.

Se un autore vuole invece percorrere il percorso classico di pubblicazione, magari un po’ stantio, ma per ora l’unico che genera autori conosciuti al livello nazionale e internazionale, consiglio di controllare bene ogni proposta che riceve, di cercare una casa editrice che lo supporti, che lo voglia davvero lanciare, che lo voglia aiutare a crescere e che vuole investire su di lui.

–      COME VEDI IL TUO FUTURO DI SCRITTORE? RIMARRAI FEDELE AL TUO GENERE O HAI VOGLIA DI SPERIMENTARE CON QUALCOSA DI NUOVO?

Non so se voglio scrivere per sempre narrativa realistica fairy fantasy. Per il 2017 ho in cantiere quello di cui ti parlavo prima (urban fantasy, favola e storia vera), per il 2018… avrei un’idea per un romanzo di fantascienza, passerei quindi alla narrativa realistica fairy fantasy sci-fi, però voglio anche vedere cosa hanno voglia di leggere i miei lettori. Insomma bisogna anche tendere l’orecchio a chi ti ha seguito prima. Tu che vorresti trovare in libreria con il mio nome stampato sopra?

–      TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL E’ QUELLO CHE HAI AMATO DI PIU’ E PERCHE’? CE NE PARLI?

È un po’ come dire a un genitore quale figlio preferisci… da un punto di vista strettamente emotivo direi Stranizza. Perché non è una storia tutta nata da me, ma che conoscevo fin da ragazzino e che mi aveva sempre molto colpito. In qualche modo ho adottato quelle persone, la loro relazione e il loro paese e ne ho fatto un ritratto. Ho cercato di raccontare quel mondo e quel momento nel modo più corretto e giusto possibile, di celebrare un amore che non era stato rispettato da nessuno. Mi sento molto legato a Stranizza, ogni volta che un lettore lo prende in mano sento un’emozione particolare, un po’ come se qualcun altro avesse preso le difese di quei personaggi che nessuno aveva voluto proteggere.

–      CHI SONO I TUOI AUTORI PREFERITI? QUALI QUELLI CHE TI HANNO ISPIRATO MAGGIORMENTE?

Da bambino, un po’ vecchio e solitario come ero, l’autrice che mi ha fatto dire: “voglio scrivere anche io” è stata Virginia Woolf. Per fortuna poi mi sono un po’ ammodernato. Stefano Benni e Haruki Murakami hanno avuto una grandissima influenza su di me negli anni passati, poi Joe R. Lansdale, J.K. Rowling, Anne Rice, Neil Gaiman in anni più recenti. Ce ne sono tantissimi, a fare un elenco non finirei più!

–      UN CONSIGLIO SPASSIONATO AD UN AUTORE EMERGENTE?

Leggi come se fosse l’unica cosa che conti. Io ho l’abitudine di leggere un libro a settimana. 52 libri l’anno. E non dire “non ho tempo”! Perché scommeto che il tempo di vedere una, due o tre puntata di serie tv ogni settimana lo trovi sempre! J

E poi fai leggere quello che scrivi a più persone possibile, lasciati consigliare, smontare e rivedere i testi. Insomma cresci e nutri la tua vena di scrittore. Poi cerca aiuto da chi fa già questo lavoro: editor, insengnanti di scrittura creativa, altri autori. Permetti al tuo talento di crescere e di essere indirizzato. Nutrilo leggendo e fallo allenare con chi ne sa più di te.

–      CI RACCONTI QUALCOSA DI CURIOSO SU TE STESSO?

La musica ha un ruolo forte nella fase di ispirazione, poi sparisce quando mi trovo a scrivere davvero. Ma ci sono delle eccezioni. Alcuni capitoli o scene dei libri mi capita che si blocchino durante la stesura. Che si incastrino o che escano fuori davvero male. Fino a che non trovo la musica giusta che mi lanci e mi aiuti nello scrivere. In questi casi, per fortuna rari, quel brano musicale viene messo in loop, a tutto volume e in cuffia. Arrivo ad ascoltarlo anche per un’ora di fila (una canzone che magari dura 3 minuti!) fino a che non metto l’ultimo punto al pezzo che sto buttando giù.

In qualche modo mette a tacere le voci fastidiose e che mi distraggono, ricarica la creatività e dà il giusto ritmo alla scena.

Ma capita forse una o due volte per libro, talvolta non succede affatto. In Nephilim. Attacco al Paradiso è successo con una scena di combattimento di Emily. L’aria della regina della notte del flauto magico. Leggendo il libro è facile capire quando e perché. Fortuna che non è un capitolo molto lungo, sarei davvero impazzito ad ascoltare quel pezzo troppo a lungo!

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