Intervista a Fernanda Romani

 

 

 

 

 

 

intervista

 

–       A CHE ETA’ TI SEI APPASSIONATO ALLA LETTURA?

Ho iniziato a leggere prima  di andare a scuola e ho sempre letto di tutto: giornali che giravano in casa ma anche quelli di nonna e zie varie,e poi libri e fumetti di parenti e conoscenti che me li regalavano.

–       QUANDO HAI COMINCIATO A SCRIVERE?

Ho iniziato a 49 anni, dopo una vita passata a pensare che non facesse per me.

–       COME E’ NATA LA DECISIONE DI INIZIARE A SCRIVERE?

Avevo fatto qualche sporadico tentativo vent’anni fa, ma poi decisi che non faceva per me. L’evento scatenante è stato l’ incontro con una persona, amica di un’amica, che scrive da sempre e per di più scrive fantasy, l’unico genere a cui avrei voluto dedicarmi.

Dopo quell’incontro mi sono rimessa a scrivere, ho cominciato a frequentare luoghi, in Internet, dove poter trovare persone da cui imparare, poi ho iniziato con i concorsi.

Ho pubblicato diversi racconti in antologie tramite concorsi e selezioni, e ho visto che la mia passione mi portava dei risultati, così ho continuato.

–       COME NASCONO LE STORIE DI CUI PARLI? A COSA TI ISPIRI?

L’ispirazione arriva dall’immaginario personale dove, nel corso degli anni, si sono accumulati libri, film e telefilm, di cui sono sempre stata una divoratrice. A volte basta una scena, di un film o di un libro, per trovare un’idea e trarne una storia completamente nuova.

–       MOLTI AUTORI SOSTENGONO CHE MENTRE IL RACCONTO PRENDE FORMA SONO I PERSONAGGI STESSI CHE TI PARLANO E TI INDICANO LA STRADA DA SEGUIRE… SENTI ANCHE TU LE VOCI NELLA TESTA?

No, i miei personaggi non mi parlano, agiscono. La mia immaginazione è di tipo cinematografico. Le scene prendono forma nella mia testa e so che quello è quanto deve accadere. Il problema successivo è definire i dettagli.

–       COME HAI CAPITO CHE IL TUO GENERE LETTERARIO ERA QUESTO?

Non ho mai voluto scrivere altro. Fin dal principio ho sempre dato per scontato che la mia strada era il fantasy. L’unico altro genere con cui mi sento a mio agio è il western, ma ho solo scritto un paio di racconti.

–       QUANDO LEGGI UN LIBRO, NEL DARE IL TUO GIUDIZIO TI PONI COME SEMPLICE LETTORE O COME SCRITTORE?

Da quando ho ho avuto a che fare con l’editing, e quindi so riconoscere i difetti di un testo, non mi è più possibile pormi come lettrice. Mi capita spesso di “editare” mentre leggo, di notare incongruenze, difetti, errori. Non ne posso a fare a meno.

–       COSA PENSI A RIGUARDO DELL’ANNOSO DILEMMA C.E. VS SELF?

Penso che entrambe le opzioni abbiano vantaggi e svantaggi. La CE serve per una questione di prestigio, anche nel caso sia piccolissima, avere un editore alle spalle significa essere riconosciuti come scrittori, mentre il self, da molti, è considerato la scappatoia degli sfigati. Però il sefl ti consente di guadagnare qualcosa da quello che scrivi, al contrario di quanto avviene con le CE, comprese quelle importanti. L’ideale sarebbe riuscire a essere autori ibridi, pubblicando in entrambe le modalità accontentando così lettori diversi e diversi modi di pensare.

–       COME VEDI IL TUO FUTURO DI SCRITTORE? RIMARRAI FEDELE AL TUO GENERE O HAI VOGLIA DI SPERIMENTARE CON QUALCOSA DI NUOVO?

Intendo restare all’interno del genere fantasy, magari sperimentando altre ambientazioni e altre tipologie di personaggi.

–       TRA I LIBRI CHE HAI SCRITTO, QUAL E’ QUELLO CHE HAI AMATO DI PIU’ E PERCHE’? CE NE PARLI?

La chiamo “Trilogia degli uomini” , è il mio unico inedito ed è da lì che ho tratto l’idea per scrivere Endora.

In questa trilogia tratto lo stesso tema, la sottomissione degli uomini alle donne, ma in maniera molto più drammatica e con aspetti diversi. La coppia di protagonisti è, in assoluto, quella che preferisco, tra tutti i personaggi che creato. Un uomo bellissimo, oppresso dalla propria avvenenza che è causa di violente attenzioni da parte delle donne, e una donna, di idee illuminate e liberali, che  sarà la sua guida e la sua alleata, prima lo salverà da se stesso  e poi sarà al suo fianco quando diventerà una figura importante per gli uomini del suo popolo. La loro è la storia di un amore profondo, che copre un arco di 25 anni.

–       CHI SONO I TUOI AUTORI PREFERITI? QUALI QUELLI CHE TI HANNO ISPIRATO MAGGIORMENTE?

Il mio libro cult è ”Il Signore degli anelli”  e il mio autore preferito è Terry Brooks, che  ha sempre dichiarato  apertamente di ispirarsi a Tolkien. Detto questo, io non scrivo nulla che abbia a che fare con  “Il signore degli anelli” o con Terry Brooks. Ho preso una strada completamente diversa, scegliendo di trattare temi che ho incontrato mentre decidevo quali storie volevo raccontare.

–       UN CONSIGLIO SPASSIONATO AD UN AUTORE EMERGENTE?

Non smettere mai di studiare per migliorarsi e cercare di imparare il più possibile su come muoversi nel mondo editoriale.

–       CI RACCONTI QUALCOSA DI CURIOSO SU TE STESSO?

Mi piace prendere appunti a matita su quaderni di tutte le dimensioni, che porto a casa da ogni posto dove vado in vacanza. Ne possiedo diverse decine, sia di matite che di quaderni.

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